Mark Twain scriveva: “I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perché”. E pare che Marta Martino lo abbia capito nel 2013, quando ha inaugurato il suo percorso come stilista di moda. Da quell’anno sono accadute molte cose: innanzitutto ha ampliato la sua linea di abbigliamento femminile a materiali e costruzioni più all’avanguardia, ha poi inaugurato una collaborazione con il marchio di gioielli Peruffo e, infine, ha realizzato nel 2016 la sua prima collezione per abiti da sposa. Il tutto con due uniche costanti: la sperimentazione e la costanza. Non basta solo la creatività per imporsi nel mondo della moda. Concetto, quest’ultimo, apparentemente scontato, ma che non lo è affatto.
La collezione primavera-estate 2018 della designer veneta segna la fine di un percorso, quello inaugurato sette anni fa. La cifra rievoca elementi sia sacri che profani: i sette giorni della Creazione per i credenti, i giorni della settimana, così come gli anni in cui, regolarmente, le cellule del corpo umano si rinnovano. Ed è proprio questo numero, il “sette”, a essere stato eletto da Martino quale simbolo di una rinascita importante, di un mondo nuovo, memore però del precedente da quale trae tutti gli insegnamenti. Infondo le rivoluzioni sono questo: si pensi alla storia come una linea (apparentemente) retta e infinita che, improvvisamente, cambia rotta ma conservando la stessa fonte, la medesima origine. È un ciclo che termina e ne apre un altro.
E se Sette è il nome scelto per definire le nuove proposte donna, sono tre i colori che verranno indossati : rosso, bianco e nero. Un trittico, ispiratore di attimi comuni ai più durante la vita: il sesso, l’amore, l’aria, l’intimità… Le forme non sono lontane dalla stilista, anzi si potrebbero considerare un tributo a questi anni, caratterizzati da un crescente studio di materiali e saper fare artigianali combinato con le tecniche più innovative. La femme estiva di Marta Martino è una guerriera, la cui armatura è data da tessuti come il vinile, il cady, il cotone, pizzo e jersey doppiato, posti su una struttura astratta, quasi fiabesca, la cui aria eterea è data da geometrie e disegni grafici inediti e giochi di lunghezze.
Si è detto che uno dei tratti tipici dell’estetica della stilista è la creatività. Per questo motivo ha deciso di chiamare a immortalare liberamente i suoi abiti in scatti fotografici tre artisti come Andrea Maino, il quale ha ritratto gli abiti black, Arianna Lago per enfatizzare le scelte in white e, infine, Claudia Pasanisi che ha tradotto il rosso come una tinta misteriosa, profonda. Tutti elementi che fanno pensare a un futuro per Marta Martino non solo all’insegna di una moda personale e alternativa ai costumi attuali, ma anche a un sempre più vivo e fecondo rapporto con le altre arti, al fine di offrire a questo mondo una funzione più seria e impegnata. Due aspetti che, almeno secondo quanto emerge in superficie, si stanno perdendo di vista.
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