Tratta dall’ultimo numero di Wait appena sbarcato nei migliori shop italiani pubblichiamo anche online la bellissima intervista a Mattia Mor, fondatore del marchio Blomor, che ci ha raccontato la storia, dalla nascita, al folgorante successo commerciale, alla maturità.
Tante idee e un bel racconto anche sulle nuove sorprendenti collezioni dove l’abbigliamento si è incrociato con la tecnologia.
Quando parli con Mattia e senti l’entusiasmo con cui ti racconta tutta la sua storia, ti rendi veramente conto,come tutto questo, la nascita di un brand che da zero è diventato uno dei marchi più venduti dello streewear italiano, non sia un progetto nato a tavolino con il semplice obiettivo di fare dei soldi. questo è un sogno, coltivato fin da ragazzo e portato avanti con una passione incrollabile, una determinazione condotta con un ottimismo quasi commovente e che deve farci riflettere. E che può insegnarci molto. Questa è la storia di Mattia, uomo e imprenditore. Italiano.
RACCONTACI COME È NATO IL MARCHIO, LA SUA STORIA.
Blomor nasce come il mio sogno di ragazzino. Ero al liceo e già sapevo che volevo fare l’imprenditore. Fare magliette era la cosa più vicino a me e che più mi affascinava e a 16 anni ho iniziato a disegnare sul diario loghi e scritte, seguendo lo stile legato al mondo surf che era esploso in Italia a metà degli anni ‘90. Nel ‘98 nasce ufficialmente Blomor, stampando circa 200 t-shirt con grafiche legate al mondo del surf e vendendole ai compagni di liceo, insieme al mio amico Alberto Carmagnani con cui abbiamo lanciato il progetto iniziale. Nel 2000 decido però di non andare avanti, mi trasferisco a Milano, studio all’università, mi concentro su altro, metto Blomor in un cassetto. Poi nel 2004 decido di ripartire, questa volta da solo e con un’idea appartentemente semplice ma a cui non aveva pensato nessuno, ovvero mettere sulle t-shirt i nomi dei più importanti cocktails, Mojito, Spritz, Cuba Libre, Negroni e tanti altri. Il successo è stato immediato, inaspettato e sempre più crescente!
COME NASCE IL NOME?
Volevo un nome che non avesse un significato preciso e così ho unito Mor, il mio cognome, a Blo, la parola che usavamo per salutarci tra amici ai tempi del liceo, storpiando il “surfistico” Aloha.
POTEVI IMMAGINARE A UN CERTO PUNTO QUELLO CHE SAREBBE STATO UN SUCCESSO INCREDIBILE? Certamente non potevo immaginarlo, ma sono sempre stato talmente ambizioso e determinato che ho sempre visto quello che succedeva come naturale. Ho avuto una serie di colpi di fortuna incredibili, ma è la bellezza di fare impresa credendo fortemente in quello che si fa, se la determinazione è enorme e l’impegno massimo iniziano a susseguirsi una serie di eventi apparentemente fortunati che sono quelli che possono determinare il successo. E’ una cosa cui credo molto, anche nei momenti di difficoltà, che inevitabilmente ci sono e ci saranno per tutti. E poi, ti ringrazio per definirlo successo incredibile, ma per il momento direi che è stata solo una bella storia partita da zero. I successi incredibili, nella moda e nell’impresa, sono ben altri!!
QUANDO HAI SENTITO CHE STAVA ARRIVANDO LA SVOLTA SUL BRAND?
E’ stato tutto un susseguirsi di passi sempre più di successo, dall’invenzione delle t-shirt dei cocktails, la loro promozione nella fiction I Cesaroni che ha dato una pubblicità straordinaria, l’invenzione geniale di Iucu delle felpe Cappuccio & Brioches, la licenze con Algida, Bacardi, Bic, Penthouse, infine il lancio delle incredibili felpe ipod. Sono tutti stati passaggi importanti, non riesco ad individuare un momento di svolta. Forse però il primo Pitti, nel gennaio 2008, quando abbiamo presentato le felpe Cappuccio & Brioches, è stato un momento in cui davvero ci siamo resi conto del successo che stavamo avendo e che potevamo avere sempre di più inventando cose nuove, originali e diverse dagli altri.
COME MAI UNO STUDENTE DELLA BOCCONI, LAUREATO CON 100 E LODE, CHE POTEVA FARE DI TUTTO E DI PIÙ, HA DECISO DI FARE L’IMPRENDITORE NELLA MODA? SI TRATTA DI UN CASO O UNA VOCAZIONE?
Di solito alla domanda “Perchè?” mi viene da rispondere “Perchè no?”, ma senza voler essere così conciso ti direi che è stata una cosa completamente naturale. Era quello che volevo fare e che sentivo profondamente, era il “Sogno” che volevo perseguire e l’ho fatto. Ho lavorato nel 2006, mentre Blomor già esisteva, in due società di consulenza strategica, Value Partners e Bain & Co., due ottimi posti, a tempo indeterminato, pagati molto bene e con ottime prospettive di carriera e di guadagno. Ma non era quello che volevo fare, arrivavo alle 8 di sera e volevo smettere di lavorare, facevo notti in ufficio senza passione, mentre da quando ho cominciato seriamente con Blomor non ho mai lavorato meno di 12-13 ore al giorno, tutti i weekend, almeno 2 o 3 notti a settimana, ma l’ho sempre fatto con enorme passione e gioia. E’ la fortuna di fare il lavoro che si ama e di farlo inseguendo il Sogno di quando eri più piccolo.
DOPO GLI INIZI, IL BOOM ATTORNO AL 2005, HO LA SENSAZIONE CHE IL BRAND ABBIA SUBITO UN CALO LEGATO ALLA CRISI. TUTTAVIA INVECE OGGI LO VEDO NUOVAMENTE IN GRANDE CRESCITA. MENTRE TANTI BRAND ITALIANI INDIPENDENTI SONO STATI SPAZZATI VIA DAL MERCATO, BLOMOR CRESCE E RILANCIA. QUAL È IL SEGRETO?
Cerchiamo sempre di essere innovativi, creativi, di stupire il nostro pubblico, che sa che da Blomor può trovare idee, innovazione, genialità ma sempre con grande auto ironia.
QUAL È LA MOSSA CHE IMPRENDITORIALMENTE NON FARESTI PIÙ E QUELLA CHE FARESTI ANCORA, MAGARI CONSIDERATA ALL’INIZIO UN PO’ FOLLE?
Imprenditorialmente penso che avrei dovuto delegare di più, mentre sono stato sempre molto accentratore. Rifarei invece tutti i km che ho fatto, da solo e con tanta speranza, per andare a trovare negozi, agenti, per proporre Blomor all’Italia quando ancora non avevo che una valigetta con 7 t-shirt. Ricordo quei momenti con tenerezza, ma sono momenti in cui ho costruito l’inizio del percorso.
RACCONTACI DELL’INCONTRO E DEL LAVORO CON IUCU, PERSONAGGIO, ARTISTA, ORIGINALE ED ECLETTICO CHE NOI DI WAIT CONOSCIAMO MOLTO BENE.
Iucu è stato indubbiamente l’incontro più importante che io abbia fatto. L’ho conosciuto nel 2007, quando Blomor era ancora solo la collezione dei cocktails. Ci ha presentato un amico comune, lui mi ha detto, testuali parole “conosco quello che fai, sei stato bravo ma le cose che fai mi fanno schifo, se vuoi te le rifaccio 40 gratis”
Io, invece di offendermi e di mandarlo a quel paese, ho apprezzato la schiettezza e l’ho incontrato, ci siamo piaciuti, ha lavorato sei mesi gratis per me, e da lì in poi siamo andati avanti. Iucu è stato colui che ha dato un senso creativo a Blomor, inventando tutte le cose più originali che sono uscite dal nostro marchio, facendo dell’innovazione e dell’ironia un marchio di fabbrica. Io ho sicuramente avuto dei meriti imprenditoriali e commerciali, ma senza la creatività di Iucu, Blomor non avrebbe ottenuto quello che ha ottenuto nè sarebbe durata così a lungo.
RACCONTACI LA PROSSIMA COLLEZIONE. COSA DOBBIAMO ASPETTARCI? Innanzitutto, ci tengo a precisare che le collezione che abbiamo presentato e su cui puntiamo sono tre: Blomor, Badmor e Bandiera. Blomor è la nostra collezione pop, che punta sempre di più sull’innovazione, sull’originalità, sulla creatività. E’ composta di capsule con diversi immagini, ognuna con una sua forza specifica, una a ispirazione motocross, una ispirata al mondo dell’hip hop, una legata al surf e ovviamente la parte più importante che è la parte tecnologica in partnership con Hi Fun, il vero motivo di innovazione e di assoluta originalità di questa collezione. Badmor è il nostro marchio fashion/rock, completamente made in italy, che veste una donna e un uomo attratti da un gusto forte e deciso, amanti del mondo della notte. Una collezione basata su tagli, mix di materiali, invenzioni stilistiche tutte improntate al black & white, come la moda sta richiedendo sempre di più questa stagione Bandiera è il nostro ultimo bambino che ci sta facendo sognare. Nasce con un’idea ben precisa, cioè che sul mercato mancano costumi da uomo. Chi li fa, sembra farli sempre di più in maniera banale e troppo classica, senza un minimo di creatività, in Italia e nel mondo. Partendo da questo assunto abbiamo deciso di unire la straordinaria capacità grafica e artistica di Iucu con un’idea innovativa, mai tentata da nessuno: vendere il primo costume trapuntato, con cucitura a losanghe. Il target è più adulto e classico rispetto a quello di Blomor ma il nostro imprinting è sempre lo stesso, essere innovativi, arrivare per primi, essere amati per l’originalità. Gli ordini ci stanno dando ragione. Nell’estate 2015 i costumi Bandiera saranno nelle migliori piazze del mediterraneo e indossati dalle persone più belle, dove per bellezza non intendo ricchezza, glam o estetica (lungi da me) ma intendo spirito di creatività, di innovazione, di essere leader e non follower. E poi c’è un ultimo progetto sorpresa, di cui vi do l’annuncio in anteprima: stiamo lanciando una capsule di scarpe. Usciremo in vendita ad agosto e settembre con una collezione Blomor e Bandiera Footwear con due modelli, uno stringato e uno slip-on, con le nostre grafiche più belle stampate in digitale, per accompagnare perfettamente i capi più colorati di Blomor e i costumi e le polo di Bandiera con la sua scarpa in abbinamento. Come vedete ne abbiamo di carne al fuoco, devo veramente cercare di tenere a freno la creatività di Iucu, Ilaria e Massimo.
RACCONTACI DELLA PARTNERSHIP CON HI FUN, E DELLA FUSIONE TRA FASHION E TECNOLOGIA.
Sempre di più dagli USA arrivano echi di investimenti in tessuti intelligenti di Apple e di Google. Noi siamo andati oltre e lo stiamo facendo per primi. Abbiamo lanciato sul mercato (arriveranno a settembre) le prime felpe musicali, a forma di iPod. E’ una felpa con una tasca a forma di iPod sulla pancia all’interno del quale c’è un cavo con un bottone che regola le funzioni del proprio smartphone. Questo cavo è collegato al cappuccio, all’interno del quale ci sono degli speakers che garantiscono un ottimo livello di suono (estraibili per poter lavare il capo). Cliccando sul play ricamato nella tasca sulla pancia si può azionare la musica del proprio smartphone o rispondere al telefono. Per la prima volta il ragazzo che veste una felpa diventa un iPod vivente! E’ una invenzione straordinaria, che anche nei nostri giri in Asia e negli Stati Uniti ha avuto un successo incredibile, e ci puntiamo tantissimo per le prossime stagioni. Questo è solo uno degli articoli sviluppati in partnership con Hi Fun, che ci fornisce la tecnologia. Il pacchetto si compone del guanto telefono, che permette di telefonare usando il proprio pollice e mignolo attraverso un guanto, del cappello musicale, che permette di ascoltare musica e telefono direttamente dall’interno della lana, e di altri articoli innovativi di questo tipo. Sono molto contento di questa partnership, al di là dei risultati di vendita, perchè con Guido Falck di Hi Fun abbiamo trovato subito una grande sintonia che ha legato molto le nostre due aziende e ci permetterà di aumentare sempre di più la proposta di innovazioni tecnologiche nei prossimi anni, per cui posso dire che questo è solo l’inizio di un percorso. Come avete capito, amo le aziende creative, tanto più se sono italiane, nate dal nulla e con grande capacità innovativa, e in questo con Hi Fun ci sposiamo perfettamente.
QUAL È IL PRODOTTO CHE VI HA DATO MAGGIOR SODDISFAZIONE E QUELLO SU CUI VI ASPETTATE MOLTISSIMO DALLA PROSSIMA? Beh, certamente in questo momento tutto il pacchetto tecnologico è ciò che ci ha dato la maggiore soddisfazione e che può farcene togliere ancora di più nel futuro. La moda in quanto stracci legati a dei trend, non ci interessa. Ci interessa emozionare le persone proponendo cose diverse davanti alle quali le persone possano solo pensare “WOW!!” e la wearable technology ci permette di ottenere in pieno questo effetto, dall’Italia ad Hong Kong, dalla Corea alla California.
HO VISTO AL PITTI LA NUOVA COLLEZIONE DONNA PE 2015 E MI HA SBALORDITO. GLAMOUR, ELEGANTE, AVANGUARDISTICA. DICIAMOCI LA VERITÀ, PER I BRAND STREET-WEAR E STREET FASHION OGGI LA DONNA È DIFFICILMENTE INQUADRABILE. OGGI LA DONNA PER LA MAGGIOR PARTE COMPRA DA ZARA, H&M E COMPANY E POI INTEGRA MAGARI ACCESSORI DI LUSSO O DI ALTO LIVELLO. VOI COME AVETE DECISO DI PRENDERLA, LA DONNA NEL 2015?
Badmor, che è molto focused sulla donna e che ti ha sbalordito, abbiamo deciso di lanciarla a modo nostro. E’ la creatività di Massimo Giuntoli e Ilaria Piluscio che ha portato a questo. Hanno immaginato la loro donna ideale, con un carattere forte e preciso, hanno scelto e mischiato capi e tessuti senza guardare a nessuno, soltanto seguendo la loro vena creativa. E’ venuto fuori quel risultato sbalorditivo di cui parli. Le donne nel fare shopping sono molto intelligenti, capiscono ciò che possono comprare da Zara & Co e quello che possono trovare da Prada & Co. Ma se quello che trovano in Badmor non lo hanno visto da nessun’altra parte, lo trovano nel negozio giusto e con il prezzo giusto, lo comprano ben volentieri e così faranno, vedrai.
SO CHE IL BRAND STA INIZIANDO UN GROSSO LAVORO VERSO L’ESTERO. RACCONTACI QUESTA DIREZIONE CHE STATE PRENDENDO.
Nonostante la crisi gravissima che ha immobilizzato l’Italia da anni e che crea i lamenti, anche giustificati, che pervadono il nostro settore, ci troviamo nel momento più straordinario della storia del capitalismo. Abbiamo davanti a noi 3 miliardi di persone che stanno uscendo dalla povertà e stanno diventando borghesia e che vedono all’Italia come il portatore di valore in termini di qualità, gusto, bellezza, che nessun altro ha. E’ a loro che ci dobbiamo rivolgere. Il nostro orizzonte deve essere il mondo, non la provincia italiana. Noi abbiamo cominciato un percorso che nella seconda metà del 2014 ci porterà a vendere in 19 Paesi: Italia, Germania, Belgio, Spagna, Grecia, Russia, UK, USA, Hong Kong, Giappone, Corea del Sud, Singapore, Thailandia, Indonesia, Malaysia, Vietnam, Filippine, Dubai, Arabia Saudita. Siamo enormemente fieri di questo e il mio lavoro principale è proprio quello di aprire nuovi mercati, perchè è lì che si trova la chiave della crescita futura. Dobbiamo solo ricordarci di offrirgli ciò che aspettano dall’Italia: creatività, innovazione, qualità.
SO CHE SEI MOLTO IMPEGNATO IN POLITICA. PENSI CHE TI VEDREMO IN FUTURO CALCARE LE SCENE POLITICHE? METTITI NEI PANNI DI UN POLITICO ELETTO. COME TI SENTIRESTI DI IMPEGNARE LE TUE ENERGIE PER DARE UN CONTRIBUTO A QUESTA ITALIA?
La politica, dopo il mio lavoro, è la mia passione più grande. Fare politica per me vuol dire essere al servizio delle persone, prendere decisioni che hanno effetti enormi sulla vita delle persone. Non nego che in futuro mi piacerebbe dedicarmi di più alla politica, ma non è una cosa all’ordine del giorno. Se dovessi impegnare il mio tempo e le mie energie come politico sono pricipalmente due le cose cui mi dedicherei: 1. Lo sviluppo della piccola impresa e delle start up per far diventare l’Italia quello che può essere, ovvero il centro mondiale dell’impresa innovativa, usando le competenze creative e artigianali che storicamente ha in ogni campo, non solo nella moda. 2. Lo sviluppo del turismo come risorsa strategica ed industriale per il rilancio del nostro Paese, perché una bestemmia che l’Italia abbia la metà dei turisti della Francia e continui a non intercettare l’incredibile crescita mondiale dei flussi turistici con le risorse che ha a disposizione. Io giro spesso per l’Italia e mi capita spesso di commuovermi, negli angoli e nei paesini più disparati. Siamo seduti sopra a un enorme giacimento petrolifero e non lo utilizziamo appieno, il nostro petrolio è la Bellezza.
METTITI NEI PANNI DI UN GIOVANE BRAND CHE VUOLE ENTRARE NELLA MODA E HA DELLE BELLE IDEE. CHE CONSIGLI TI SENTI DI DARGLI? LO DISSUADERESTI DAL PROVARCI?
Per quanto la situazione italiana sia difficile, per quanto sia rischioso questo mercato, non lo dissuaderei mai! Gli direi solo che bisogna avere delle idee ma che le idee sono solo il 10%. Conta poi la capacità di mettere in piedi il progetto, organizzarlo, venderlo. Il tutto però con un impegno e una determinazione feroce, e con la consapevolezza che lanciare un proprio progetto imprenditoriale è una delle cose più belle che possa capitare perchè vuol dire lavorare per perseguire un Sogno. E quando lavori per inseguire il tuo Sogno lavori il doppio, lavori più motivato, non senti la fatica e i risultati arrivano molto più facilmente e velocemente.
INFINE, COME VEDI IL FUTURO DELLA MODA E DELLO STREETWEAR IN ITALIA NEI PROSSIMI 5 ANNI? PENSI CHE CE LA FAREMO ?
Se sapremo guardare al mondo come a un’opportunità ce la faremo eccome. Se capiremo che la Cina e l’Asia non sono luoghi di concorrenza ma sono miliardi di persone che aspettano la nostra creatività ce la faremo. Se sapremo collaborare tra persone, se supereremo la miopia dei nostri padri o fratelli maggiori e non guarderemo al nostro orticello ma metteremo insieme forze e competenze per andare a conquistare insieme questi nuovi mercati ce la faremo. La moda e lo streetwear in particolare cambieranno ancora come sono sempre cambiati ed è giusto così, è il bello di questo settore. Ma chi sarà innovativo e non avrà paura di proporre cose nuove sopravviverà e anzi migliorerà ancora di più la propria posizione globale. Bisogna crederci e mettere in atto quello che si crede però. Io personalmente ci credo, e vado avanti a fare in maniera forse folle quello che ho sognato quando avevo 17 anni e che continuo a sognare.
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