“Per immaginare una società meno individualista e, grazie alla conoscenza e alla consapevolezza di quel che è stato, costruire un diverso presente e un futuro migliore.”
In diretta nei canali della prestigiosa Università Bocconi, Lunedì 18 Gennaio si è tenuta la cerimonia di consegna del Premio Parete 2020. E quest’anno a vincerlo è stato proprio un’icona dello stile italiano, Giorgio Armani, che negli anni ha sempre saputo reinventarsi, non perdendo mai quel senso di charme che contraddistingueva le sue creazioni. Il premio Parete è un premio dedicato alla memoria del finanziere Ermando Parete, sopravvissuto agli abomini del campo di sterminio nazista di Dachau. Nelle edizioni precedenti, il riconoscimento è stato assegnato al manager Vittorio Colao e all’imprenditore Giovanni Tamburi, premiati nel 2018 e nel 2019, sempre in Bocconi.
“Per la sua personalità straordinaria, che ha fissato un’inconfondibile impronta su un’epoca e che, ancora oggi, lo rende l’icona italiana per eccellenza nel mondo” , questa la motivazione che ha spinto la giuria ad assegnare il premio allo stilista.
Motivazione alla quale Armani risponde con un videomessaggio online, trasmesso durante la cerimonia. Le sue parole riflettono sull’importanza del premio, ma più di altro riflettono sull‘importanza della memoria nella storia e nella storia che più lo compete, quella della moda.
Questo il discorso completo del videomessaggio:
“Buongiorno a tutti voi. I tempi complessi che stiamo vivendo, mi impediscono di essere lì, accanto a voi. Vi giunga, però, il mio saluto e il mio ringraziamento attraverso questo messaggio per un premio che mi rende orgoglioso e che mi fa pensare. Ermando Parete rappresenta il coraggio e la memoria, qualità fondamentali, soprattutto oggi, che si tende a dimenticare e a voltare spesso lo sguardo altrove di fronte ai problemi e alle ingiustizie. Ma sappiamo bene che senza memoria non può esserci futuro e nemmeno innovazione.
Senza ricordo di quello che è stato non si può costruire nulla, perché ci vogliono le fondamenta o tutto crolla. Questo premio mi viene conferito, leggo nelle motivazioni, per la capacità di aver creato un vero brand italiano a livello globale. In effetti è il lavoro di tutta la mia vita, e ne vado fiero. Ma sono anche un convinto sostenitore del sistema Italia, un sistema che va sostenuto, oggi più che mai, e del quale vanno coltivate e difese specificità e unicità. La pandemia in corso è un monito per tutti noi, per rivedere quello che non va, imparando dagli errori.
Per immaginare una società meno individualista e, grazie alla conoscenza e alla consapevolezza di quel che è stato, costruire un diverso presente e un futuro migliore. Ma è necessario, comunque, comprendere cosa è superfluo e cosa non è più sostenibile da questo pianeta. Dobbiamo recuperare la qualità, superando l’ossessione della quantità. Proviamo a chiederci che cosa sia necessario avere, cosa vogliamo davvero essere, per lasciare alle future generazioni un mondo più vivibile. È un compito che ci rimette in gioco, che va nutrito di Memoria e di azione. Ora che tutto è virtuale, abbiamo il dovere di coltivare il sentire: quel sentimento collettivo che ci avvicina e unisce, e che ci rende degni di questo dono unico che abbiamo ricevuto, la vita! Grazie”.
“Re Giorgio”, il suo soprannome, è tutt’oggi uno stilista e un imprenditore di successo, a capo del Gruppo internazionale che porta il suo nome: il suo impero tratta non solo prodotti di moda ma anche il mondo del beauty, dell’arredamento e della ristorazione. Il Premio Parete conferma l’opinione che l’Italia ha di quest’uomo, la stima che gli italiani nutrono verso di lui e la gratitudine di averlo in prima linea nella promozione del Made in Italy.
Per vedere la cerimonia clicca qui.
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