Il concetto di dare nuova vita a qualcosa di ormai vecchio, fuori moda o della taglia sbagliata è una delle evoluzioni della sostenibilità nella moda che lascia più spazio alle interpretazioni, aprendo infinite vie alla sperimentazione e all’estro creativo di giovani squattrinati che vogliono costruire qualcosa di unico e low budget in tutto il mondo.
Oggi arriviamo in Australia, terra raramente citata per innovazione in campo moda, eppure uno dei progetti di upcycling più riusciti e interessanti del momento proviene proprio da qui.
Parliamo di Philip O’Donahoo, un po’ influencer un po’ fashion designer, è un talento abilissimo nel cucito e nelle arti manuali, caratteristica che gli ha permesso, fin dal primo momento, di utilizzare tecniche di patchwork e mix and match di tessuti e pesantezze diverse in modo davvero magistrale, La sua già forte presenza sui social media gli ha concesso, poi, di provare a dar vita ai suoi interessi di fashion design e customizzazione vintage dando vita a New Riot e al progetto Philip’s Laboratory.
Nato un po’ come un esperimento Philip ha iniziato, nel 2018, a proporre dei mini drop di pezzi unici definiti appunto “Experiments” dove univa le toppe e i giochi ottici in un mescolare di capi vintage assemblati poi in pantaloni, gilet e borse.
A partire dai primi pezzi rilasciati quasi per gioco gli esperimenti nel “Philip’s Lab” sono cresciuti esponenzialmente, producendo sempre più vestiti e accessori, esplorando le diverse possibilità di capi e tessuti mai provati prima e soprattutto raffinando la tecnica e migliorando passo dopo passo, imparando dalle sue stesse creazioni e dai limiti che riusciva a superare di volta in volta.
In brevissimo tempo Philip O’Donahoo è arrivato a far conoscere il suo inedito stile di upcycling in tutto il mondo, continuando a realizzare manualmente pezzo per pezzo una collezione di one of a kind non replicabili. Sold out istantaneo per quasi tutti i pezzi e un ritmo di upload lento ed esclusivo, d’altra parte per una volta si parla, oltre alla sostenibilità del progetto, di uno slow fashion sartoriale d’altri tempi.
Per saperne di più:
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