È stata da poco approvata in Norvegia una legge che prevede l’obbligo di segnalare in tutte le pubblicità, social compresi, i fotoritocchi sul corpo. Se questo non avviene? Scatta la multa.
Pur essendo diretta a qualsiasi tipo di adv, la notizia ha fatto scalpore principalmente in relazione ai social networks.
Tutti i fotoritocchi volti a modificare l’aspetto fisico dovranno essere obbligatoriamente segnalati. Visi levigati, filtri, forme del corpo distorte, colore e grana della pelle alterati saranno accompagnati da uno specifico avviso che renderà il pubblico conscio e consapevole di ciò che realmente sta guardando.
Razionalmente, come tutti sappiamo, quello che viene proposto sui social con le innumerevoli immagini a cui ogni giorno siamo esposti, è uno stereotipo fittizio del corpo, ma emotivamente sfido chiunque a non aver mai pensato, almeno una volta, “vorrei essere come lei/lui/*, perché io non sono così?”. È proprio per questo motivo che la Norvegia ha deciso di prendere provvedimenti, per limitare la pressione sociale inerente all’aspetto fisico e per tutelare i soggetti più sensibili, tra cui adolescenti e giovani, che ogni giorno sono sottoposti a immagini con standard di bellezza inesistenti.
Bloccare l’influenza negativa delle immagini pubblicitarie è difficile, ma quest’ordine è un primo step per poter andare incontro alle persone più fragili, già messe a dura prova in un periodo difficile come questo.
Osservando i dati non è un caso che, globalmente, i suicidi, tentativi di suicidi e ricoveri psichiatrici legati a bassa autostima, dismorfofobia, disturbi alimentari e autolesionismo nell’età adolescenziale siano aumentanti. È ovvio che non si può attribuire tutta la colpa ai social networks, ma sicuramente questi incidono non indifferentemente. Non è presente nessuna figura che insegni ai ragazzi come utilizzare queste armi a doppio taglio, che se da un lato sono un mezzo potentissimo d’espressione, comunicazione, informazione e ricerca, dall’altro invece possono diventare strumento di autodistruzione. A mio dire, ora più che mai, ritrovandosi persi in una condizione di isolamento sociale, i giovani avrebbero bisogno di una guida, e quindi chapeau Norvegia che ha saputo agire, in piccola parte, per arginare una problematica attuale in un momento come questo. La speranza, dichiara il Paese, è infatti quella che aziende e influencers si ritrovino scoraggiati dal pubblicare foto ritoccate scegliendo così di mostrare immagini senza modifiche.
Tuttavia questo provvedimento, a parer mio, purtroppo, si rivolge esclusivamente a immagini con contenuti pubblicitari a scopo commerciale (le uniche che possono essere regolamentate). Porre un limite così stringente sul privato porterebbe sicuramente a un vantaggio nei confronti delle persone più sensibili, ma, al contempo, verrebbe limitata la libertà personale e creativa di fare ciò che si vuole del proprio corpo. Voi sareste favorevoli all’estensione di questa norma anche nel privato?
Come si può intuire a essere maggiormente colpiti da questa disposizione sono influencers e aziende, ma, paradossalmente da come si possa credere, pare che proprio gli influencers norvegesi si siano dimostrati addirittura contenti della disposizione presa dal loro Paese. Paese che mi auguro possa essere d’esempio e fare da traino per tutti gli altri.
E voi cosa ne pensate? Vorreste che la posizione della Norvegia si allargasse a tutta l’Unione Europea?
All images via beauty.false
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