Un legame indissolubile. Passione e e perseveranza si uniscono e fondano l’animo di Sartoria Vico, genesi delle menti di Cristina Del Buono e Stefania Casacci. Le due fondatrici e designer credono nella purezza della silhouette, dei materiali che la vestono e di un sapere artigianale antico, ricco di immagini simboliche di un mondo della moda non più così avvezzo alla bottega. Sartoria Vico crea così abiti per donne libere.
Quando e perché avete deciso di fondare Sartoria Vico? Da dove deriva il nome del brand?
Sartoria Vico nasce dal desiderio di forme pure, abiti in grado di dialogare con il corpo. L’idea è quella di disegnare oggetti pratici, esteticamente armonici, funzionali, interpretabili, eppure semplici. Abiti che durino nel tempo, oltre le tendenze di stagione e oltre i cinque lavaggi. Insomma una collezione da sempre sognata e mai trovata. Il nome nasce dalla due elementi che in quel momento definivano la nostra esistenza: la fascinazione per la dimensione sartoriale, un luogo semplice come una bottega e magico come la lampada di Aladino; la via Vico, dove abbiamo condiviso il primo appartamento da milanesi e dove tutto è iniziato.
Oggi il termine “sartoriale” è piuttosto inflazionato. Cosa distingue voi dagli altri brand di stampo sartoriale?
“Sartoria” per noi è un riferimento ad un immaginario complesso e genuino: un ambiente intimo, il rapporto diretto, il modo in cui la materia viene declinata sul corpo, la cura del dettaglio, l’importanza dei materiali, la qualità dei materiali e, sopratutto, il rito: la scelta un abito a cui affezionarsi, la prospettiva di passarci molto tempo assieme, la sensazione che ci assomigli molto; come quando si incontra una persona e si ha la sensazione di conoscerla da molto tempo. Sartoria Vico però, a dispetto del nome, utilizza questa cura sartoriale per disegnare collezioni 100% knit-wear.
Com’è nata l’idea del progetto “We are family”?
Amiamo la maglieria perché lascia un ampio spazio di azione a chi la indossa, ha una natura liquida che entra in sintonia con il corpo e il risultato è sempre diverso e armonico. Volevamo raccontare questa magia e così abbiamo deciso di fotografare un gruppo di amici con indosso questi capi disegnati a nostra immagine e somiglianza contando sulla relazione di empatia tra noi, loro e la nostra collezione. “We are family” racconta la nostra visione della moda: abiti che ci assomiglino con il cuore nel passato e la testa proiettata nel futuro.
Made in Italy, design, funzionalità… Come interagiscono?
Non abbiamo mai preso in considerazione la possibilità di lavorare all’estero. Fin dagli inizi il progetto Sartoria Vico ha fatto del made in Italy e della sua dimensione produttiva uno dei suoi valori fondanti. Il made in Italy è un modo di fare e saper fare maturato nel corso del tempo, un bagaglio culturale prezioso a cui non volevamo rinunciare e che ci garantisce uno standard di qualità molto alto sia nel processo che nel risultato. Il design è parte integrante di questa cultura, un esercizio continuo di semplificazione e migliorie per arrivare ad un prodotto funzionale, essenziale, comprensibile ed esteticamente armonico. In questo senso la funzionalità è una componente imprescindibile del progetto che molto spesso porta a risultati formali sorprendenti e nuovi.
Come si posizione Sartoria Vico sul mercato? Quali sono i vostri progetti futuri?
Per il futuro speriamo di continuare a fare questo lavoro con la medesima passione, crescere senza rinunciare a nessuno dei nostri valori, espandere il mercato senza perdere l’attenzione al dettaglio, evolvere il progetto continuando a incontrare e coinvolgere persone appassionate. Sviluppare un sistema di distribuzione che ci permetta di arrivare il più lontano possibile nel migliore dei modi.
ph courtesy: Mimmo Lanzafame (Collettivo MòStudio)
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