A pochi giorni dal debutto della nuova direzione creativa di Burberry ,affidata all’inglese Daniel Lee, il brand rilascia la prima campagna con abiti d’archivio, in una rilettura dei codici del brand. Ben lontana dall’immagine posta ad unione tra sartorialità e street culture alla quale Riccardo Tisci ha dedicato ben 10 collezioni, la nuova comunicazione è un tributo alle subculture della terra d’origine, la tumultuosa Londra, e a quell’estetica sleaze nata agli albori degli anni 90, quando l’iconico check era sinonimo di tradizione e provocazione.
Così gli scatti 90s che esibivano la stampa posta a fodera di lunghi trench in gabardine indossati da una ventenne Cindy Crawford nelle prima campagne di Christopher Bailey, ora lasciano spazio ad una line-up di volti noti che si preannunciano come nuovi ambassador del brand: Skepta, Vanessa Redgrave, John Glacier, Liberty Ross, Lennon Gallagher, Shygirl, Jun Ji-hyun e Raheem Sterling. Giovani, (poco) ribelli e british, sono loro a rappresentare il domani di Burberry che compie più di cento anni, ma che imperterrito non si arresta al mutamento generazionale, come richiama la storica dicitura ‘’prosum’’ (‘’avanti’’), a sostegno di uno story telling che continua.
House friends e icone contemporanee riempiono lo spazio di scatti realisti ed estemporanei realizzati nei luoghi simbolo della capitale inglese da Tyrone Lebon, firma fotografica ben nota al neo arrivato Lee che lo richiama dopo diverse collaborazioni, affidandogli la comunicazione visiva. Ad accompagnare le foto appare anche il nuovo logo Equestian Knight, recuperandolo dagli archivi fotografici risalenti alla prima direzione creativa di Bailey ed all’ultima di Tisci che lo usò per la scorsa collaborazione con Supreme.
‘’Vogliamo ricordare al nostro pubblico che Burberry è una storia che non si interrompe, ma si lascia scrivere dalle nuove generazioni’’ spiega il CEO Jonathan Akeroyd, ribadendo la vicinanza di Daniel Lee alla GenZ e preannunciando un nuovo periodo per il brand inglese che vuole raggiungere i cinque miliardi di vendite annuali. A sostenere l’impresa economica c’è la nuova produzione di borse con un ampliamento della categoria, il recupero del heritage, e la contaminazione 00s: tutte mosse strategiche per un nuovo riposizionamento nella fascia giovanissima, definita da Akeroyd come ‘’propulsore del domani’’.
Tradizione, contaminazione, ed englishness sono le tre parole che meglio spiegano l’arrivo di Lee da Burberry, ma la domanda persiste: sarà lui quello giusto per una nuova lunga e proficua tenure del brand? Sicuramente ora il brand è più british che mai, dagli uffici alla produzione.
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