E’ la fine del mondo oppure l’inizio?
Il mondo prima del COVID19 non è che fosse poi così bello: odio, violenza, disuguaglianze, falsi valori e falsi miti. Vogliamo davvero tornare a quella ‘normalità’?
Una vita quotidiana naturalizzata e non più umanizzata. Fatta di pensieri e disordine, cercando di non impazzire e di non smettere di vivere, amare, lottare per cambiare. Cambiare cosa? Noi stessi, assieme al mondo intero.
Dove rintanarsi però? Dove trovare conforto per poter far fronte ad un cambiamento così profondo e viscerale?
Nella natura. La natura dei cinguettii dei passeri che popolano Milano, delle meduse nei canali di Venezia, dei coccodrilli in strada a Los Angeles e delle volpi e cinghiali che si spingono verso il centro di città deserte. L’erba cresciuta tra i sanpietrini di Piazza Navona a Roma.
Il mondo di Chris Morin-Eitner
Quello che vorrei presentarvi oggi è un nuovo mondo. Ve lo sarete di certo immaginato negli ultimi mesi, un mondo completamente disabitato in cui la natura si riprende i suoi spazi.

Hong-Kong Central Totems, 2013
Vi sono artisti che lavorano da una vita portando avanti progetti immaginari di come sarebbe il mondo se l’essere umano si estinguesse. Uno tra questi è il pittore e fotografo francese Chris Morin-Eitner che dal 2012 si pone la stessa domanda: Come sarebbero le città se la natura selvaggia prendesse il sopravvento?
Il progetto si chiama “Once Upon A Time, Tomorrow” e rappresenta le grandi metropoli del mondo popolate da leoni e pappagalli, come se “all’alba del XXI secolo, a seguito di un evento sconosciuto, l’umanità abbandonasse le sue capitali”.
L’intuito quasi profetico dell’artista racconta “una sorta di giardino dell’Eden riscoperto, pieno di colori, forme e poesia, dove la gerarchia degli angoli dritti e degli ampi spazi vuoti è sostituita dall’esuberanza della natura, che cresce nelle direzioni più inaspettate”.

New York, 2013

Shangai, 2016
Tra le tante città prese d’assalto dalla vegetazioni e dagli animali gli scatti più suggestivi sono quelli della capitale francese, Parigi. Le foto risalgono al 2012 e fu la prima città a prendere parte a questo progetto.
Scatti che offrono una visione della città in stile giungla tropicale, dall’Arco di Trionfo al Moulin Rouge e al quartiere La Défense. Solo i suoi monumenti emblematici ci consentono ancora di distinguere la capitale dell’amore.
Queste fotografie ci riportano subito alla nostra situazione attuale: dov’è finito l’uomo? Siamo andati a colonizzare altri pianeti dopo aver esaurito i nostri? Abbiamo costruito città ancora più grandi e abbandonato quelle attuali che sono passate di moda? Siamo tranquillamente installati a casa con Internet e le nostre stampanti 3D senza bisogno di uscire?
Il futuro immaginatosi da Eitner però, non è oggi. La natura da’ all’uomo l’ennesima possibilità, come la si da’ al primo amore. E dovremo essere abbastanza intelligenti da non prenderla in giro.
Il coraggio fa paura, da sempre. La paura di ciò che sarà, del nostro futuro è sicuramente ben radicata in ognuno di noi, specialmente nei giovani. Progetti che sembra possano andare in fumo da un momento all’altro. D’altronde come dimenticarci la nostra natura “denaturizzata” che ci rende così inclini a non fermarci mai?
La società ci invita ad essere coraggiosi, ripartendo a produrre e a macinare nuove idee, stando attenti a non farci pervadere dal sentimento di libertà ritrovata che potrebbe scaturire in eccessi di qualunque tipo.
Una cosa è certa: torneremo a vivere senza perdere più nemmeno un minuto. Il valore del tempo lo cercheremo dentro noi stessi, ormai consapevoli della vera natura delle cose. Imprevedibilmente effimera.

Singapore, Super Tree of Life, 2016
Nessuno di noi sa cosa accadrà ma sicuramente vi saranno cambiamenti. Che sia l’inizio di una nuova era anche per la moda streatwear?
You might also like
More from Lifestyle
Hooded dresses: una tendenza direttamente dagli anni ’80
Per tutti coloro che hanno vissuto gli anni ’80, Grace Jones, nota cantante giamaicana, non fu solo una figura carismatica della musica disco-pop, nota per il suo stile androgino, ma una vera icona di stile. Indimenticabile nel film 007 –
Director’s Cut: i maestri ribelli per Saint Laurent
In un tempo in cui l’immagine è tutto, c’è chi questa la fa parlare, ma sopratutto la ‘’veste’’. Nella sua ultima campagna SS23 intitolata Director’s Cut, Saint Laurent non affida le proprie parole agli scatti di modelli, ma allo sguardo
Forever Valentino: storia di una legacy
Una promessa è per sempre. Ed è in questa atemporalità che Valentino classifica le sue creazioni, portando avanti la sua di promessa, quella di saper sempre leggere la società semplicemente vestendola di rosso. Un ”per sempre” che nonostante il mutare