«Gavor nasce per esprimere se stessi e il proprio corpo con libertà e personalità. »
Questa è la prima frase che si legge sul sito ufficiale del brand fondato da Josephine Lossou Gavor, designer di origini guineane – togolesi. Il suo percorso di studi è iniziato in un istituto professionale di moda in Italia, proseguendo poi a Parigi, nell’Atelier Chardon Savard. Successivamente ha deciso di avviare il suo progetto personale, unendo la sua passione per la moda con la sua voglia di rappresentare le nuove generazioni.
Gavor è un marchio indipendente specializzato nelle collezioni Limited Edition e nell’abbigliamento Seasonless. La linea è composta principalmente da pezzi streetwear e da capi sartoriali ispirati alla musica e all’arte, con un forte richiamo alla cultura africana. Ogni prodotto viene interamente realizzato a mano fornendo anche la possibilità di effettuare ordini su misura.
Ciò che rende unico Gavor è la sua impronta genderless. «Con l’annullamento della divisione “per lui” e “per lei” voglio celebrare l’espressione libera di ogni identità di genere creando uno spazio dove sentirsi liberi di scegliere e di essere» dichiara Josephine.
Tramite i suoi capi, la designer si allinea al movimento gender fluid e manda un messaggio di body positivity. Le sue creazioni sono frutto di una nuova concezione della moda in cui non sono più i corpi a doversi adattare ai vestiti, bensì il contrario. L’abbigliamento diventa così mezzo di espressione, dichiarazione della propria identità e non più semplice estetica frivola. Dietro l’idea creativa della stilista si cela un messaggio chiaro ed importante: l’accettazione di se stessi e degli altri.
Visualizza questo post su Instagram
____________________
Potrebbe interessarti anche
Ruve: il brand che vuole cambiare gli standard di bellezza
Fantabody: scopri la collezione SS22
You might also like
More from Brands & Designers
Moda e design: un dialogo aparto
Dai primissimi anni del 1960, la dimensione artistica che seguì la rinascita economica, artistica e scientifica vide la moda come protagonista di un mutamento che lasciò gli ambienti comuni per entrare negli spazi privati quanto intimi della casa. Una casa
Schiaparelli: il prêt-à-couture di Daniel Roseberry per la FW23
Arte e moda? Un connubio ben noto al più ampio pubblico, ma che ancora stride nel rapportarsi con la quotidianità, che predilige forma e funzione a taglio e creazione, cioè quel binomio di cui tutt’ora si nutre la Couture.
Il viaggio verso casa di Burberry nella prima campagna di Daniel Lee
A pochi giorni dal debutto della nuova direzione creativa di Burberry ,affidata all’inglese Daniel Lee, il brand rilascia la prima campagna con abiti d’archivio, in una rilettura dei codici del brand. Ben lontana dall’immagine posta ad unione tra sartorialità e street culture alla