Il mondo delle sneakers è con ogni probabilità il settore più attivo della moda, quello che non conosce mai crisi e trascina con sé buona parte del consumismo. Oggetto del desiderio per giovani e adulti di qualsiasi età, è animato dai collezionisti più sfrenati affascinati certo dal senso di comodità, ma soprattutto dall’idea di status che spesso si aggira dietro. A ciò si aggiunge la fissa del perfezionismo. Ammettiamolo, ormai siamo così fissati che non appena notiamo qualche piccola sbavatura grigia su una tomaia bianca le puliamo disperatamente nel tentativo di mantenerle immacolate a vita.
Eppure anche le scarpe, come tutto il resto, hanno una fine. Ed è proprio qui che vi chiedo, che fine fanno le scarpe che non usiamo più? Sapevate infatti che le sneakers , per quanto non conoscano mai crisi, rappresentano tuttavia il settore meno sostenibile al mondo, con un impatto ambientale considerevole?
E proprio in quest’ottica si è mossa l’azienda streetwear più potente al mondo, avviando oggi “Nike Refurbished”. Il progetto nasce per donare nuova vita a scarpe poco usate o leggermente difettose, ottimizzando al contempo gli sprechi e sostenendo un’economia circolare. Pensandoci è come se il customer care si colorasse di green. Insomma una mossa astuta alla portata di Nike, geniale nell’aver accolto le richieste di un mercato sempre più attento ed esigente.
L’intera iniziativa si basa, dunque, su diversi processi produttivi volti a riparare le scarpe. Ma scopriamolo più nel dettaglio! Dopo aver effettuato il reso negli store fisici che secondo la policy Nike è previsto in un limite di tempo di 60 giorni, l’azienda valuta ed analizza il modello secondo criteri ben precisi. Si tratta nello specifico di una classificazione che include tre tipologie diverse di sneakers: “come nuove”, usate una volta massimo due dopo essere state restituite; “leggermente usate”, quelle rese entro i 60 giorni standard; “difettose”, che presentano ovvero difetti di fabbrica.
Subito dopo vengono sottoposte al processo di refurbishing per essere riportate ad uno stato originario, pressoché perfetto. Al termine di ciò vengono inserite in un box che ne indica provenienza e grado di valutazione iniziale, per poi essere pronte ad essere rivendute sul mercato ad un prezzo inferiore.
Sfortunatamente non ci sono informazioni riguardanti le modalità di pagamento una volta restituite le sneakers, né tanto meno se la stima del prezzo dipende dai criteri di valutazione. Non appena la procedura risulterà più chiara, non esiteremo ad aggiornarvi in merito.
Nonostante i criteri stabiliti, non è comunque escluso che ci possano essere delle scarpe irreparabili, in quel caso Nike provvede alla beneficenza o in alternativa al riciclo oculato con Nike Grind. Un sistema all’avanguardia dove i materiali vengono tritati, raccolti e nuovamente utilizzati nella filiera. Il progetto è ancora in fase di start up, solo 15 store statunitensi hanno aderito all’iniziativa, ma è comunque prevista una crescita significativa con tutti i punti i vendita del globo. E state certi che anche stavolta il celebre Swoosh non deluderà.
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