Ha inaugurato il suo marchio tredici anni fa. In questa decade è riuscita a farlo crescere e inserire le sue collezioni nei negozi più prestigiosi. Percorso lungo e complesso che però l’ha portata a vestire Madonna, la cantante americana che con i suoi look ha portato fortuna a numerosi designer degli anni novanta. Questa è la storia presente di Alessandra Cappiello e del suo brand di moda Morfosis. che la designer racconta in questa intervista.
Alessandra, hai fondato Morfosis nel 2004. Come si è evoluto il marchio fino a oggi?
Partendo da un ristretto ma prestigioso pubblico, il brand si è fatto apprezzare nei migliori negozi romani e poi si è posizionato sul territorio italiano per passare finalmente a una distribuzione internazionale. È stata una bella sfida, portata avanti con grande tenacia e ostinazione in un momento storico particolarmente difficile per un brand piccolo come il nostro. Posso ritenermi molto soddisfatta e ancor più determinata degli esordi.
In un epoca che spinge verso l’omologazione, cos’è per te il cambiamento e come lo esprimi nelle tue collezioni?
L’ aspirazione verso qualcosa di sempre nuovo contraddistingue la mia donna, la cui volontà è esprimersi secondo inclinazioni essenziali e raffinate, oppure più androgene, e muoversi entro scenari e ambienti diversi, perseguendo la propria estetica multiforme. Ogni donna può fare una scelta. Ha il suo stile e la sua personalità da comporre e scomporre nel caleidoscopio delle proposte, collezione dopo collezione.
Hai titolato Imperfezioni la tua linea per il prossimo inverno. Da cosa è scaturito questo percorso?
Associo l’imperfezione all’ originalità e all’ indipendenza. E l’indipendenza alla libertà. La libertà di fare delle scelte. Un cortocircuito tra l’estetica e l’educazione ricevuta durante l’infanzia. Sono cresciuta per essere una persona senza vincoli e questo mi ha portato a elaborare questo concetto dell’imperfezione che è la costante di tutte le mie collezioni che potremmo semplicemente chiamare imperfezione I e imperfezione II. Una tensione alla perfezione proprio nel non essere perfetti, per un apertura a ogni individualità possibile, per raggiungere un impreciso equilibrio.
Hai collaborato con icone del calibro di Madonna, com’è lavorare con personalità di questo livello? Hanno lasciato degli spunti creativi anche per i tuoi successivi lavori?
Ho lavorato con Katia e Marielle Labeque che sono poi diventate care amiche e con Viktoria Mullova. È stato grazie a loro che sono arrivata a vestire anche Madonna. Gli artisti hanno personalità vulcaniche, assetate di novità e curiosissime con il loro immaginario potente, per me sono sempre delle fonti d’ispirazione.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Rendere felici le donne con i miei vestiti e il mio immaginario.
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